Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/167

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— Ah! — gridò il principe con una veemenza spaventevole — ah! voi venite per apprendere sue nuove!... Ebbene, infame... eccone.

E ciò dicendo, gittò la lettera sul viso della moglie.

Di più in più attonita, spaventata, Maud raccolse la lettera e lesse, a suo turno, ad alta voce:

Parigi, Hôtel du Rhin, 3 novembre.

«Fratello,

«Io non sono morto. Gli è a ricominciare. Io amo sempre Maud.

«Alessandro


La lettera cadde dalle mani di lei. Maud fuggì gridando, in inglese:

Once again! once again! — ancora una volta!

Il principe si accasciò come fulminato sulla sua seggiola e sclamò:

— Ella pure l’ama sempre!... Ebbene, sia; Once again!


VI.

Il grido del sangue.

Il conte Alessandro aveva ricevuto un colpo di spada che gli aveva traversato le costole ed il lobo inferiore del polmone destro, poi aveva lambito il diafragma ed eragli uscito nel dorso. La ferita era due volte mortale.

Eppure, era guarito.

Il suo cocchiere russo ed il suo cameriere francese, che erano sulla briska, lo avevano trasportato al castello, credendolo morto, e si era mandato in cerca di un chirurgo, piuttosto per constatare il decesso, che per medicar la ferita.

In una cittaduzza — a qualche versta dal castello di Lavandall — dimorava il dottore Taddeo Varnetrahler. Questo Tedesco, che aveva sposato una Russa, scienziato