Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/26

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pietanze. Il dottore assisteva, con noncuranza, al riempimento di quell’imbuto, aspettando il momento d’intraprendere il suo affare. Imperciocchè, non pretendiamo fare un mistero non aver egli invitato quel baratro per il piacere della di lui compagnia. Alle frutta, il momento gli parve propizio. Il degno uomo piangeva di tenerezza.

— Voi non siete mica ricco, l’amico, mi àn detto — sclamò il dottore.

— Lo sarò — rispose il cancelliere sfolgorante. Io non mi stancherò. O’ un terno, che in tutte le giuocate rasenta l’uscita, e che mi avrebbe prodotto di già due ambi se io li avessi giuocati insieme. Ma, io vo’ tutto, signore; tutto o nulla. Io lo spio, questo scellerato terno; e’ verrà fuori, infine: ne son certo.

— E se io vi dessi dei numeri più certi ancora, eh! Meglio ancora che codesto: se io vi dessi dei numeri che usciranno senza neppur averli giuocati? Che ne dite?

— Peste e paradiso! signore... io direi... che voi vi burlate di me.

— Io non mi burlo giammai di alcuno. Io non scherzo mai.

— Ma allora, eccellenza... voi siete Dio o il diavolo.

— Ditemi un po’. Voi non giuocate dunque che dei numeri schietti schietti?

— Come mo? Vi sarebbe dunque altra cosa a giuocare?

— Senza la formola?

— Che formola?

— Non mi stupisco allora che perdiate sempre.

— Mi strangoli Dio, se ne comprendo goccia, gridò don Antonio.

— Lo veggo bene.

— Voi andrete a rivelarmi codesta formola — impose il cancelliere levandosi, fiammeggiante, con una energia ed una decisione che gli davano l’aria di un bandito.

— La formola del viglietto che giocherete la volta ventura, amico mio — rispose il dottore con calma — sarebbe la seguente: «Estratto dai registri dello stato civile della Comune di Nicastro, n°... pagina... ecc., ecc. Oggi, 20 aprile 1832, s’è presentato a noi, cancelliere della detta Comune, D. Antonio Bello, accompagnato da quattro testimoni onde fare iscrivere una bambina chiamata... chiamata... sì, chia-