Pagina:Piano regolatore di Roma 1883 - Relazione.djvu/20

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ampliamento della Città, ciò facemmo, perchè potesse apprezzarsi meglio la logica e il nesso, tanto del disegno definitivo, sul quale siete ora chiamati a deliberare, quanto delle nostre deduzioni e proposte; le quali, benchè sieno conseguenza di un esame fatto integralmente, non potevano scompagnarsi dal riguardo dovuto alle opere edilizie compiute od iniziate, ed agli intendimenti di tempo in tempo espressi dal Consiglio colle successive approvazioni. Sicchè potrà aversi fino da ora la convinzione, che se vi fu mai progetto esaminato in ogni sua parte, riveduto da Commissioni rinnovate con l’ammissione di persone che voi giudicaste competenti, discusso ripetutamente ed in epoche di vario indirizzo amministrativo dal Consiglio comunale, questo è certamente il piano regolatore della nostra Città.

Teniamo inoltre a far palese, come noi preoccupati sopratutto dal timore, che col piano regolatore si potesse recare oltraggio, anche inavvertito, alle opere e alle memorie antiche, medioevali e storiche, di cui è cotanto ricca la nostra città (alcune delle quali non appariscono, o sono note soltanto agli speciali cultori degli studi archeologici e dei patri monumenti), volemmo che ci assistessero nell’esame del piano, sotto tale punto di vista, i signori, architetto cav. Rodolfo Lanciani e dottor Costantino Corvisieri, ai quali ci piace esprimere qui sinceri e meritati ringraziamenti.

Il fatto fin qui non è poco «meminisse juvabit,» e ciò che rimane a farsi è più assai; ma come per lo passato la Comunale amministrazione non prese sgomento soverchio del trovarsi tutto ad un tratto, ed impreparata, nel turbinìo di cento e mille bisogni da soddisfare,