Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/174

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troquesto foro, che rassomiglia ad una grotta. Era in compagnia del Cluverio Luca Olstenio giovane di alta statura, quando fu da lui visitato, come egli racconta. Il foro é alto passi cinque, è largo passi cinque, ed è lungo passi trentacinque dell’Olstenio, che misurollo. Vi sono due iscrizioni. Una, che rimane verso Cagli, non si legge, perché è molto corrosa. L’altra, che resta verso Fossombrone, dice.

IMP. CAESAR. AVG.
VESPASIANVS PONT. MAX.
TRIB. POT. VII. IMP. XVII. P. P. COS VIIII
CENSOR. FACIVND. CVRAVIT


Vittore nell’epitome di Vespasiano dice: tunc cavati montes per flaminiam sunt prano transgressu, quae vulgariter Petra Pertusa vocitatur. Aurelio asserisce: cavati montes per Flaminiam sunt prono transgressu. Procopio chiamò tal luogo Pietra Pertusa, e ci fa sapere, che vi era un Castello, che chiudeva l’esito a quelle armate, che volessero andare in Roma1 Alboino Re de’ Longobardi circa l’anno 567 incendiò tale Castello, che era una fortezza inespugnabile, e proseguì la sua marcia pel Piceno.

FORO SEMPRONI XII. È nominato dagl’itinerarii di Antonino, dal Gerosolimitano, da Plinio, Strabone, Tolomeo. Presentemente esiste, e chiamasi Fossombrone, e si può dire, che questa città, fu per la terza volta edificata. Imperocchè Sempronio, nel formare il suo foro non altro volle fare, che un luogo acconcio alle nundine, ed ai mercati per i popoli convicini. Lo fondò quasi un miglio distante da Fossombrone dalla parte orientale di una pianura, in cui frequentemente si sono scoperta lapidi, pavimenti di musaico, cammei, medaglie, idoletti, torsi di Statue, e cose simili. Stando in un sito sì comodo ai ne-

  1. Lib. 4. de Bello Goth. c. 19.