Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/212

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padre Anchise. Grandi, capaci, alte, orribili più di quelle son queste, che in molte parti sono più alte di due picche, piene di Nottole, ed altri animali nemici della luce del giorno, che uno, all’altro attaccandosi fanno come piramidi per fino a terra. Vi si veggono di quei sassi, che pajono artificiosamente fatti, e che usano i principi mettere ne’ giardini per ornamenti delle fontane, e delle peschiere, le quali dalle acque, che vanno lentamente correndo, quì per un luogo di sasso sogliono generarsi. Sono queste caverne delle memorabili cose, che abbia non solamente Italia, ma forse ancora tutta l’Europa.”

L’altra caverna, che rimane attaccata alla descritta, è insigne per una piccola chiesa, che vi rimane, denominata S. Maria di Frasassi, la quale è assai frequentata da’ popoli vicini, e lontani in tutte le feste del Mese di Giugno. Ammirando Monsig. Roberto della Genga la divozione di essi, e mosso a pietà de’ pericoli, a cui si esponevano, perchè conveniva rampicarsi per andarvi, fece fare a sue spese una via, che non fosse pericolosa, come racconta il P. Benedettoni1, fece fare molte mine ne’ scogli, che impedivano l’accesso, e vi spese la somma di quattro mila soldi. Questa fu resa più commoda, e carrozabile a spese dell’Eḿo Cardinale Annibale della Genga, ora Leone XII, il quale, per dar commodo alle genti divote, che si fermavano a mangiare, e ristorarsi nelle caverne, perchè non vi è piano di sorte alcuna, fece fare un lungo muro co’ sedili sopra il Sentino, e presentemente avanti alla Chiesa, ed alle caverne rimane un piano, come una piccola piazza. Per giungervi convien camminare per un miglio, e più in mezzo alla divisa montagna; ed uno mentre resta sorpreso per lo spettacolo, che presenta la natura, è insieme occupato da un certo orrore, e spavento, perchè mira sopra di sè a destra, ed a sinistra un mon-

  1. Antiq. Pic. T. 2. p. 248.