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AI VENERABILI FRATELLI
ARCIVESCOVI E VESCOVI D’ITALIA
PIO PP. X
VENERABILI FRATELLI
SALUTE ED APOSTOLICA BENEDIZIONE
ieni l’animo di salutare timore per la ragione severissima, che dovremo rendere un giorno al Principe dei pastori Gesù Cristo a riguardo del gregge da lui affidatoci, passiamo i dì Nostri in una continua sollecitudine, a preservare, quanto è possibile, i fedeli dai mali perniciosissimi, onde è afflitta di presente l’umana società. Teniamo perciò come detta a Noi la parola del Profeta: Clama, ne cesses, quasi tuba exalta vocem tuam1; e non manchiamo, ora di viva voce ed ora per lettere, di avvertire, di pregare, di riprendere, eccitando soprattutto lo zelo dei Nostri Fratelli nell’episcopato, onde spieghi ciascuno la più sollecita vigilanza sulla porzione dell’ovile, a cui lo Spirito Santo lo ebbe preposto.
Il motivo, che Ci spinge a levare di nuovo la voce, è del più grave momento. Trattasi di richiamare tutta
- ↑ Is. LVIII, 1.