Pagina:Pietro Vigo, Montenero, Livorno, GiusFabbreschi, 1902.djvu/147

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il santuario e la sua storia 137


Chiesa guadagnato d’ampiezza, ma un più notevole ingrandimento.

Il Santuario di Montenero, adunque, quando i Teatini ne presero possesso, era molto inferiore materialmente parlando, alla grande fama che godeva in Toscana e fuori. Fra i documenti dell’Archivio livornese1 si conserva l’inventario delle masserizie, effetti ed altro ritrovato nel convento dei PP. Ingesuati a Montenero, e consegnati al can. Giovanni Battista Costa sopra ricordato, cui era ingiunto di tener tutto a disposizione dell’arcivescovo di Pisa. Da quell’inventario, nel quale si fa naturalmente una enumerazione di mobili che se può avere importanza per i costumi di quel tempo, sarebbe qui inopportuno e noioso riportare, si conosce come la chiesa di Montenero sia stata nel 1669 piccola e disadorna, e piccolo ancora il convento che aveva altresì una foresteria la quale trovasi distinta in vecchia e nuova con diverse stanze e appartamenti. La chiesa della Madonna aveva un campanile con tre campane ed oltre del campanile l’intero edifizio era sormontato anche da una torre la quale, secondo l’uso del medio evo, continuato molto tempo dopo, serviva anche di abitazione; e di tal costumanza si ha monumento an-


  1. Registro di contratti dei Beni di S. Maria di Montenero, Reg. B c. 5 e segg. - L’Inventario poi della Casa e Convento dei PP. di Montenero e quello della Sagrestia e Chiesa, da consegnarsi al Sac. Giovanni d’Jacopo Fazzini Vicario Generale della Diocesi di Pisa si trovano per esteso nell’Archivio stesso, Contratti dell'Economia della Sambuca e Montenero; Registro C, c. 249 r. e segg. e 255 r. e segg.