Pagina:Piola - Lettere di Evasio ad Uranio.djvu/112

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quella di un agente inesperto, che non conosce la materia che adopera, ed è limitatissimo ne’ suoi mezzi: ma il prodotto della natura più si osserva minutamente appare sempre più perfetto, come l’opera di un agente che conosce la struttura di tutte le più intime parti e segue colle sue viste le combinazioni più remote. Dopo tutto questo facciamo la seguente considerazione. Venga un ateo, non dico dove torreggia un superbo edificio, ma dove sono ammucchiate poche pietre a modo di piramide o disposte in forma d’arco regolare: egli tosto si sentirà mosso a proferire quel motto Vestigia hominum cerno: e se s’infatuasse a sostenere il contrario, l’intimo senso il persuaderebbe ch’egli dà nel ridicolo. Ma è certo che nel minimo degli esseri organizzati si può immaginare un maggior numero di parti che non sia il numero delle pietre adoperate a costruire il tempio più magnifico, e che quelle meglio di queste sono disposte in misura e in proporzione. Ecco dunque ripetuto da tutte parti in favore della Divinità quell’argomento che una sola volta e in un sol luogo prova invincibilmente l’intervento di una intelligenza. E tanto più mirabilmente in quanta che lo stesso ordine è riprodotto un numero di volte prodigioso in tutti gli esseri simili, e si con-