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Per causa mia? Lei deve rimanere qua! Me n’andrò io piuttosto!
— Che dice mai, signor Meis? — esclamò, dolente, il Paleari.
Anche Papiano, impedito dal pianto che pur voleva soffocare, negò con la mano; poi disse:
— Dovevo.... dovevo andarmene; anzi, tutto questo è accaduto perchè io.... così, innocentemente.... annunziai che volevo andarmene, per via di mio fratello che non si può più tenere in casa.... Il marchese, anzi, mi ha dato.... — l’ho qua — una lettera per il direttore di una casa di salute a Napoli, dove devo recarmi anche per altri documenti che gli bisognano.... E mia cognata allora, che ha per lei.... meritatamente, tanto.... tanto riguardo...., è saltata su a dire che nessuno doveva muoversi di casa.... che tutti dovevamo rimanere qua.... perchè lei.... non so.... aveva scoperto.... A me, questo! al proprio cognato!... l’ha detto proprio a me.... forse perchè io, miserabile ma onorato, debbo ancora restituire qua, a mio suocero....
— Ma che vai pensando, adesso! — esclamò, interrompendolo, il Paleari.
— No! — raffermò fieramente Papiano. — Io ci penso! ci penso bene, non dubitate! E se me ne vado.... Povero, povero, povero Scipione!
Non riuscendo più a frenarsi, scoppiò in dirotto pianto.
— Ebbene, — fece il Paleari, intontito e commosso. — E che c’entra più adesso?
— Povero fratello mio! — seguitò Papiano, con tale schianto di sincerità, che anch’io mi sentii quasi agitare le viscere della misericordia.