Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/245

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glierò il dispiacere che t’aspetta or ora, entrando alla Kosmograph con me: vedrai!».

Difatti, dopo neanche cinque passi su lo spiazzo alberato davanti al primo edificio della Kosmograph, ecco là accanto, come due dolcissimi amici, il signor Nuti e la signora Nestoroff: questa, con l’ombrellino aperto, appoggiato e girante su una spalla.

Con che occhi si voltò a guardarmi la signorina Luisetta! E allora io:

— Vede? Passeggiano tranquilli. Fa girar l’ombrellino, lei. —

Così pallida, però, così pallida era diventata la povera piccina, che temetti non mi cadesse a terra, svenuta: istintivamente protesi una mano a sorreggerla per un braccio; con ira ritrasse quel braccio e mi fissò gli occhi negli occhi. Certo le balenò il sospetto fosse opera mia, mia manovra, (chi sa? d’accordo forse col Polacco), quella tranquilla e dolce riconciliazione del Nuti con la signora Nestoroff, frutto della visita da me fatta a questa signora due giorni avanti e forse anche del mio misterioso allontanamento di jeri. Scherno vigliacco dovette sembrarle tutta questa macchinazione segreta, da lei immaginata in un lampo. Farle temere come imminente per tanti e tanti giorni una tragedia, se quei due si fossero incontrati; fargliene concepire tanto terrore; farle soffrire tanto strazio per placare le furie di colui con un inganno pietoso, che tanto le era costato, perchè? per offrirle in premio alla fine quel delizioso quadretto della placida passeggiatina mattinale di quei due sotto gli alberi dello spiazzo? Oh vigliaccheria! per que-