Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/192

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Sapevo da Dida che la sua amichetta aveva rifiutato parecchi matrimonii così detti vantaggiosi per disprezzo del danaro, attirandosi la riprovazione della gente assennata e anche di Dida che certo, sposando me (voglio dire il figlio d’un usurajo), aveva dovuto lasciare intendere alle sue amiche che lo faceva perchè alla fin fine era un matrimonio “vantaggioso„.

Per questo “vantaggio„ da salvare Anna Rosa non poteva esser dunque l’avvocato più adatto.

Era da ammettere piuttosto il contrario: che Dida avesse ricorso a lei per ajuto, cioè per farmi sapere che il padre, d’accordo con gli altri soci, la tratteneva in casa e le impediva di ritornare a me se io non recedevo dall’intenzione di liquidare la banca. Ma conoscendo bene mia moglie, non mi parve ammissibile neppur questo.

Andai pertanto a quell’invito con una grande curiosità. Non riuscivo a indovinarne la ragione.


§ 2. Primo avvertimento.


Conoscevo poco Anna Rosa. L’avevo veduta parecchie volte in casa mia, ma essendomi sempre tenuto lontano, più per istinto che di proposito, dalle amiche di mia moglie, avevo scambiato con lei pochis-