Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/197

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riparare con una mano una parte dei fiori che stava per sfuggirle, si lasciò invece cadere dall’altra la borsetta, e subito il fragore d’una detonazione seguito da un altissimo grido fece rintronare tutto il corridojo.

Feci appena in tempo a sorreggere Anna Rosa che mi s’abbatteva addosso. Nello sbalordimento, prima che riuscissi a rendermi conto di ciò che era avvenuto, mi vidi attorno certe vecchie suore pigolanti spaventate, le quali, pur essendo accorse per quello sparo nel corridojo e pur vedendomi tra le braccia Anna Rosa ferita, erano tuttavia in preda a un’altra costernazione ch’io in prima non potei intendere, tanto mi pareva impossibile che non si dovesse aver quella per cui di gran voce io chiedevo loro un letto, dove adagiare la ferita; mi rispondevano “Monsignore„; che stava per arrivare Monsignore. A sua volta, Anna Rosa mi gridava tra le braccia: “La rivoltella! la rivoltella!„, cioè che rivoleva da me la rivoltella ch’era dentro la borsetta, perchè era un ricordo del padre.

Che in quella borsetta caduta dovesse esserci una rivoltella la quale, esplodendo, l’aveva ferita a un piede, m’era apparso subito evidente; ma non così la ragione per cui la portava con sè, e proprio quella mattina che mi aveva dato convegno alla Badìa. Mi parve stranissimo; ma non mi passò neppur lontanamente per il capo in quel momento che l’avesse portata per me.

Più che mai stordito, vedendo che nessuno mi dava ajuto per soccorrere la ferita, me la tolsi di peso sulle braccia e la portai fuori della Badìa, giù per la straducola, a casa.