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Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/186

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160 CANTI POPOLARI


manza portano Cartagine, la Francia, Alessandria, dove Tancredi battezzò Clorinda. Come di qualche popolo del Nord, il canto de’ Liguri ha dispetto di certe classi d’operai, p. e., de’ sarti, satirizzati pure in un canto del Friuli; due accusano antico odio tra Genovesi e Monferrini; altri quella specie di enimmi che si riducono a termini oscuri, a mere stravaganze, a sensi contradittorî.

Ma nelle canzoni piemontesi l’amore si mescola alla grandezza battagliera, ed i canti marziali superano i rispetti amorosi, che non sono così frequenti come quelli di altre province. La donna vi è onorata come ne’ canti del settentrione: pensieri cavallereschi vi prevalgono, e vi si fa cenno di frequenti viaggi in Francia, e d’armi e di cavalli. Nei rispetti è la poesia lirica; nelle canzoni la eminentemente epica e la drammatica, raccontando lagrimevoli casi d’amore o avvenimenti di genere il più delle volte tragico. Queste canzoni hanno riscontro in quelle di altri popoli stranieri, e inducono Costantino Nigra, che ne è il raccoglitore ed il critico, ad ammettere l’identità d’origine della poesia popolare così come l’influenza che tuttodì esercitano sui canti il commercio e le comunicazioni.

Nel Milanese s’incontrano canti, i quali se non fosse per la lingua, potrebbero stare a fronte per numero e bellezza ai toscani. Una canzone dipinge le povere ragazze, che al lunedì mattino si levano per andare alla porta del Sempione, a veder partire le truppe, e fanno pietà; un’ altra è il lamento del coscritto stesso, che saluta i suoi; ed altre volgono in celia la vita del sol-