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Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/82

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56 CANTI POPOLARI


E di li rosi: na scala gintili,
Unni acchianassi iu lu furtunatu.

Un mazzolino di zagara (fior d; arancio) ei gliel’ offre perchè conosce quanto questo dono piaccia alla cara suocera, che corrisponde coll’invio di un bel garofano1. La pezzuola che le mandò stamattina, egli la desidera lavata dalle mani di lei con sapone d’amore, ed acqua del paradiso, e poscia ricapitata di nascosto a tutti; anzi gli piacerebbe forte di vederla trapunta e contrassegnata da un bel cuore.

Ma lei, sopra tutto questo, vuol ferma nel suo proposito, tenace nell’amore; senza del quale, se dovesse incontrarsi con la Morte, e’ non saprebbe a qual partito appigliarsi. Egli da parte sua manterrà a qualunque costo la promessa, e l’amerà finchè gli basti la vita: non paventerà corrucci di famiglia, nè minacce di rivali; e se giusto giudizio del cielo condannerà lei agli eterni supplizi, e lui manderà a’ godimenti celesti; egli non esiterà a scendere nell’inferno pur di bearsi in una immagine tanto perfetta di bellezza.

E questo è vero, caldissimo amore, che nè per volger di tempi, nè per ingiurie di fortuna verrà meno; Dio solo scioglierà questo nodo; ma prima che tanta sciagura abbia luogo, la madre odierà i suoi figliuoli, l’albero secco rifiorirà:

  1. Notisi anche in questo la conferma dell’adagio siciliano, che i mariti tirano sempre pel parentato della moglie, e però per le suocere; mentre è ben raro che suocera e nuora stiano insieme d’amore e d’accordo. V. più innanzi.