Vai al contenuto

Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/84

Da Wikisource.
58 CANTI POPOLARI


confermato dagli antichi e da’ nuovi atti di valore, è facile a indovinare dalle opere d’ingegno e di braccio che in passato si ebbero tra noi; il suspiciosum avverasi alla giornata; ed anche quando non si potesse altrimenti dimostrare, gli adagi, i proverbi che istillano dubbie opinioni delle persone e delle cose, sarebbero più che sufficienti a fornirne valida riprova: sicchè io non conosco provinciale d’Italia che più del siciliano guardi le cose con malcelata diffidenza. Il sospetto, com’è naturale, inchioda in cuore la gelosia, che pure suol’ essere compagna indivisibile di amore; ma qui la gelosia è piuttosto della donna che dell’uomo, e tutti sanno che

Amor, dispetto, rabbia e gelosia
Nel cuore d’ogni donna han compagnia.

E però la donna canta: “Io sto lontana, e male penso dell’Amor mio: le spine della gelosia mi pungono acute; vorrei mettermi ad origliare, rivestirmi di nebbia, fabbricare senza tetti e senza mura una casa e, non vista, vedere cosa faccia, con chi pratichi, dove dorma, e che pensi l’Amor mio...„

Nè l’uomo va lontano da codesti timori, di perdere cioè il bene che possiede; se tu lo interroghi, egli ingelosisce delle pareti domestiche, de’ sassolini della via, dell’acqua che dee lavare il viso della sua amata. Ed egli è geloso perchè ama, convinto com’è che un vero amore non possa andar disgiunto dalla gelosia. Gli hanno detto, la donna, cosa leggiera per se stessa, venir meno quandochessia al suo proponimento, ed occorrendo, non esser aliena dal gettare una occhiata