Pagina:Poe - Eureka, 1902.djvu/66

Da Wikisource.

EUREKA 66 una forte tendenza a rovesciare l’ipotesi, mentre altri più rillessivi insinueranno che, sebbene la teoria non sia in verun modo distrutta per la segregazione delle particolari nebulose alle quali ho alluso, pure l'impossibilità di segregarle con tali telescopi può ben essere considerata come una trionfante corroborazione della teoria, e questi ultimi saranno forse sorpresi di sentirmi dire che anche con essi non sono d'accordo. Se le proposizioni di questo Discorso sono state ben capite, si vedrà che dal mio punto di vista l’impossibilità a segregare le nebulose avrebbe servito a confutare più tosto che a confermare l'Ipotesi Nebulare. Lasciate che mi spieghi: — Noi possiamo, senza dubbio, considerare come dimostrata la legge della Gravitazione Newtoniana. Questa legge, ricordiamolo, io 1’ ho attribuita alla reazione del primo Atto Divino — alla reazione di un esercizio della Divina Volontà che deve temporaneamente sormontare una difficoltà. Questa difficoltà è di forzare il normale in anormale — di costringere ciò che era originale e la cui vera condizione. era 1’ Unità a subire la falsa condizione della pluralità. E solamente supponendo questa difficoltà come temporaneamente superata che noi possiamo comprendere una reazione. Se l'atto avesse continuato al- l'infinito non vi sarebbe stata alcuna reazione. Senza dubbio, finché l’atto continuava, nessuna reazione poteva cominciare; in altri termini, nessuna gravitazione poteva avere luogo, giacché noi abbiamo considerata l’una come la manifestazione dell'altra. Ma la gravitazione ha avuto luogo, quindi l'atto della Creazione è cessato, e la gravitazione si è manifestata da lungo tempo, quindi l'atto della Creazione è da lungo tempo cessato. Noi non possiamo più sperare, dunque, di osservare i primitivi procedimenti della Creazione, c la condizione di nebulosità, come si è già detto, appartiene a questi primitivi procedimenti. Per mezzo di ciò che sappiamo della propagazione della luce, noi abbiamo una prova diretta che le più remote stelle esistono sotto la forma in cui noi ora le vediamo da un inconcepibile numero di anni. Dunque al meno tanto tempo addietro quanto l'epoca in cui queste stelle subirono la condensazione, deve esservi stata l’epoca in cui cominciarono i procedimenti per costituire le masse. Allora, se noi possiamo ammettere che questi procedimenti continuino ancor sempre, nel caso di certe nebulose, mentre in tutti gli altri casi noi li troviamo perfettamente finiti, noi siamo forzati a fare delle supposizioni che non hanno realmente base alcuna — noi siamo obbligati di imporre alla Ragione che si è ribellata l'idea bestemmiatrice di una interposizione speciale. — Noi dobbiamo supporre che nei casi particolari di queste nebulose un Dio infallibile.trovò necessario d’in- tfouurre certe regole supplementari, certi perfezionamenti