Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/34

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naso del Sig. F., che io stimai opportuno di informare la mia risposta.

«Mostro!» io cominciai nel tono di voce della più profonda indignazione «mostro e idiota dal fiato doppio! forse, o tu che per le tue iniquità il Cielo si è compiaciuto di maledire con una duplice respirazione — forse tu presumi di indirizzarti a me nel linguaggio famigliare d’un antico conoscente? «Io mento!» ma davvero! e «state zitto!» ma proprio! — un bel discorso, in verità, da tenere a un gentiluomo con un fiato solo! — e tutto questo poi, mentre sarebbe in mio potere di sollevarti dalla calamità che ti fa tanto giustamente soffrire, di tagliar corto alle superfluità della tua sciagurata respirazione».

Sull’esempio di Bruto, qui mi arrestai in attesa di una replica, colla quale il Sig. Fiatassai, a modo di un ciclone, mi sopraffece immediatamente. Protestazioni seguirono a protestazioni, e scuse a scuse. Nessuna condizione cui egli non fosse disposto a sottoscrivere volentieri, e di nessuna io trascurai di avvantaggiarmi quanto era in mio potere.

Convenuti infine i preliminari, il mio conoscente mi consegnò infine la mia respirazione; della quale (dopo averla esaminata con cura) gli rilasciai ricevuta.