Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/56

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vendo raggiunti ancora i ventidue anni. Porto ora un nome molto comune e piuttosto plebeo. Mi chiamo Simpson. Dico «ora» perchè è solo da poco tempo che mi chiamo così, avendo adottato legalmente questo cognome nell’annata scorsa, onde entrare in possesso di una cospicua eredità lasciatami da un lontano Adolfo Simpson. Era clausola condizionale del legato che io prendessi il nome del testatore — il nome di famiglia, non quello personale; il mio nome proprio è Napoleone Bonaparte, o, per meglio dire, sono questi il mio primo e secondo nome.

Adottai il nome di Simpson con qualche riluttanza, poichè dal mio vero patromico, Froissart, mi veniva un certo orgoglio, perdonabilissimo mi sembra, data la sicurezza ch’io avevo di poter tracciare la mia ascendenza sino all’immortale autore delle Cronache. E giacchè stiamo parlando di nomi, permettetemi di segnalarvi una singolare coincidenza di suoni nei cognomi di alcuni dei miei antecessori immediati. Mio padre era un Monsieur Froissart di Parigi; mia madre, che egli sposò a quindici anni, era una Mademoiselle Croissart, figlia primogenita di Croissart, il banchiere; la cui moglie a sua volta, sposatasi a soli sedici anni, era la figlia maggiore di un certo Vittorio Vois-