Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/6

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metà del secolo passato. Rossetti e Swinburne, hanno tratto dall’opera di Poe inspirazioni, forme, immagini, risonanze. In tutt’altro campo, è stato già notato quanto debbano a Poe il romanzo poliziesco, il romanzo fantastico di Wells (uno scrittore francese, di quelli che anche tra i giovani vanno per la maggiore, accomuna a questo proposito i nomi di «Kipling et Wells» il quale Kipling, in simile occorrenza, prende un aspetto alquanto stranito e spaesato; ma vedi potenza delle associazioni d’idee, o piuttosto di nomi!); e, infine, il romanzo d’avventure di Stevenson, scrittore che trasse certamente molto profitto dalla lettura delle «Avventure di A. Gordon Pym».

È tuttavia in Francia, come ognuno sà, che Poe trovò, in un grande poeta, il suo più celebre assertore ed esaltatore. Carlo Baudelaire tradusse splendidamente, con scrupolo ed amore infinito, quasi tutta l’opera in prosa di Poe, scrisse su di lui delle bellissime e commosse pagine, gli dedicò infine un culto che venne prendendo forme sempre più fervide e mistiche, tanto ch’egli finì per rivolgersi a lui nelle sue preghiere serali come a un genio tutelare e un divino intercessore. Qui, a dir vero, l’avventura appare subito di specie alquanto diversa. Il segreto di questo culto e di questa


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