Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/73

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Durante questa breve scena, una cosa tuttavia mi aveva grandemente consolato, sebbene contribuisse a nutrire la passione dalla quale ero consumato.

Mentre la vettura di Madame Lalande scivolava accanto al nostro gruppo, mi avvidi che mi aveva ravvisato; non solo, ma mi gratificò anche del più serafico tra i sorrisi immaginabili, segno non dubbio che mi riconosceva.

Quanto all’esserle presentato, dovetti ben presto abbandonare ogni speranza, almeno sino al momento in cui Talbot pensasse bene di tornare dalla campagna. Nel frattempo frequentai con assiduità tutti i luoghi di divertimento più in voga, ed infine, in quello stesso teatro dove l’avevo vista per la prima volta, ebbi la suprema ventura di incontrarla, e di scambiare ancora con lei degli sguardi. Questo non accadde, tuttavia, che un paio di settimane dopo. Nell’intervallo avevo chiesto ogni giorno di Talbot al suo albergo, e ogni giorno l’eterno «non è ancora tornato» del suo domestico mi aveva gettato in un accesso di furore spasmodico.

Perciò, quella sera, ero in uno stato vicino alla follia. Madame Lalande, mi avevano detto, era parigina; era giunta di recente da Parigi. Non potrebbe accadere che ripartisse improvvisamente — che ripartisse prima del ritorno di