Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/75

Da Wikisource.


Sì, giunse realmente. Per quanto romantico tutto questo possa parere, ricevetti realmente una lettera da Madame Lalande — la bella, la ricca, la idolatrata Madame Lalande.

I suoi occhi, i suoi magnifici occhi, non avevano mentito. Da vera francese quale ella era, ubbidiva ai liberi dettami della sua ragione, ai generosi impulsi della sua natura, sdegnando la convenzionale «pruderie» del mondo. Non disprezzava le mie proposte. Non si chiudeva nel silenzio. Non mi rimandava la mia lettera senza nemmeno aprirla. Ma anzi, mi mandava in risposta una lettera tracciata dalle sue dita squisite, che diceva così:


«Monsieur Simpson vorrà perdonare se non scrivo la bella lingua della sua contrada come dovrebbe. Da ultima data soltanto io sono arrivata, e non tuttavia ho avuto l’apportunità per — l’étudier.

Dopo queste scuse per la maniére, dirò ora, hélas. che Monsieur Simpson non ha indovinato che troppo vero. Dunque ho bisogno di dire davantaggio? Hélas, non dunque ho detto il troppo»

«Eugénie Lalande».


Baciai un milione di volte queste righe tanto