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il fiore 275

LXXXVIII

Falsembiante.

     — «Po’ che vi piace, ed i’ sí ’l vi diroe»
diss’allor Falsembiante: «or ascoltate,
chéd i’ sí vi dirò la veritate
4del luogo dov’io uso e dov’i’ stoe.
Alcuna volta per lo secol voe,
ma dentro a’ chiostri fuggo in salvitate,
ché quivi poss’io dar le gran ghignate
8e tuttor santo tenuto saroe.
     Il fatto a’ secolari è troppo aperto:
lo star guari co llor non mi bisogna,
11ch’a me convien giucar troppo coperto.
Perch’i’ la mia malizia me’ ripogna,
vest’io la roba del buon frate Alberto.
14Chi ’n tal rob’è non teme mai vergogna.»88-14

LXXXIX

Falsembiante.

     «I’ sí mi sto con que’ religïosi,
religïosi no, se non in vista,
che fan la cera lor pensosa e trista
4per parer a le genti piú pietosi;
e sí si mostran molto soffrettosi
e ’n tapinando ciaschedun acquista:
sí che per ciò mi piace lor amista
8ch’a barattar son tutti curïosi.
     Po’ vanno procacciando l’accontanze
di ricche genti e vannole seguendo,
11e sí voglion mangiar le gran pietanze,
e prezïosi vin vanno bevendo.
E queste son le lor grandi astinanze!
14Po’ van la povertá altrui abbellendo.»