Pagina:Poemetti italiani, vol. X.djvu/10

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     Cadde dagli occhi un lagrimoso fonte
Al vecchio Dio, la mia parola udita,
E rispose altro orrendo Rodomonte
Ben fu costui defonto ora di vita,
Sarebbe a favor d’esso, e non ad onte
Di Doralice la sentenza gita,
Se tal fosse egli stato qual costui
In nome egual, maggior i gesti sui.

     Perchè Ariosto, vostra chiara tromba
Non suona le sue imprese altiere, e nuove,
Parrebbe uscito da la cava tomba
Quel fier, che primo guerra mosse a Giove,
Nè quello di cui Xanto, e Ida rimbomba
L’invitte, al secol prisco, inclite prove,
S’agguaglierebbe a questo in picciol parte,
Se cantasser di lui le vostre carte.

     Che s’Alessandro sospirando disse
Sovra’l sepolcro del famoso Achille,
Fortunato di cui tanto alto scrisse
Chi vinse il suon dell’altre trombe, e squille,
Che direbbe alcun Sir, ch’al marmo gisse
In cui chiudransi le costui faville,
Se non tanto d’Achil più sei felice,
Quanto di te scrittor più degno dice.