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In bianche spoglie avvolta, e la rugosa
Fronte cingeva il sempre verde alloro;
Pendea sospesa al sasso la divina
Cetra de’ cor signora: ad esso accanto
Scarmigliata le chiome, in negra veste,
Atteggiata di pianto, e di dolore,
Melpomene sedeva, il ferro intriso
D’atro sangue stringea, copria la faccia
Trasfigurata un livido pallore,
E disperate lacrime versava
Da i torbidi e sanguigni occhi, ove pinta
Era la smania, e il nero orror di morte.
Stava dall’altro lato a lui dappresso
L’alata fantasia, vaga donzella
Scherzosamente adorna: il crin disciolto
Ondeggia sopra il petto, e sulle spalle;
Azzurro manto le vezzose membra
Copre, che fluttuando ora lo snello
Fianco disvela, ora l’anfante petto,
E nelle pieghe mobili ogn’istante
Nuovi color dispiega, come suole
Cangiarsi in faccia al sol della colomba
Il collo, o del Pavon l’occhiuta coda;
L’instabile inquieto ed agil piede
Non si ferma un momento, or quinci or quindi
Senza legge e misura ei si raggira:
Robuste infatigabili veloci