Pagina:Poemetti italiani, vol. X.djvu/150

Da Wikisource.
146

     Al gelido Calmuck il Vetro è fregio,
E là del Senegal sui lidi adusti
Serve di pompa a diadema regio.
     Ah non deridan più gli uomini ingiusti
Quel fortunato American selvaggio,
Perchè vari da noi sono i suoi gusti!
     Del pallid’oro non l’abbaglia il raggio,
Di Vetro in cambio all’Europeo lo vende,
Che del Vetro gli par vile al paraggio.
     O quanto di noi meglio il vero intende
Che allontana da se l’oro fatale
Fonte esecrando di sciagure orrende!
     Ahi forse la membranza in lui prevale
Di quanti già degli avi suoi periro
Sotto l’acciar del Castiglian brutale!
     Oh negra atrocità! dunque s’uniro
Tanti guerrier, e per ignoto mare
In fragil legno ignota via s’apriro,
     Sol le Libiche Tigri ond’emulare
Rovesciando a torrente il sangue umano
Dell’avarizia sul nefando altare?
     Vinti i rischi d’un torbido oceano,
Ove lottato avean colla tempesta,
Giunti appena sul lido Americano,
     Dan segno colla tromba, e la funesta
Bandiera sventolar fan della guerra,
E rimorso, e pietà più non gli arresta.