Pagina:Poemi (Byron).djvu/17

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il corsaro 15

E all’àncora ch’affonda, intorno gira
Ondulando la nave. Neghittosi130
I raccolti rimiran da la sponda
Calar lo schifo da l’adorna poppa;
Ecco già i remi spingonlo concordi,
Ecco stride la chiglia su la spiaggia;
Salve al dolce clamor! Salve all’amico135
Favellar, quando da la riva stringe
Una man, l’altra man, quando la gioja
Il chieder ansio, e il soggiunger festoso
Agli affetti del sen schiudono il varco!


V.

   Và la cara novella, e d’ogni intorno140
Corre il popolo, e affollasi: n’udresti
Il rombo de le voci, e l’ebro riso,
Ed i femminei più gentili accenti,
E ogni labbro invocar, mariti, amici,
E fratelli, ed amanti. «Oh, son’ei salvi?145
» Quel ch’avvenne non dite; ove de’ flutti
» L’ira più freme, u’la battaglia rugge
» Fur prodi, e chi nol’ sa? ma i volti amati
» Rivedrem noi? Udremgli noi? Deh, venga
» Chi è vivo; venga a dileguar da l’occhio150