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xxiv ESIODO

scorsi, tramandati di generazione in generazione per la loro singolarità, la loro grandezza: in una parola, per il loro interesse.

Cosí, le avventure del Sole, della Luna, degli astri, di tutti gli altri Dèmoni, si andarono foggiando su quelle dei príncipi, degli eroi, di tutti gli uomini degni di ricordo e di ammirazione.

Si badi bene a questo punto, in cui mi discosto diametralmente da taluni concetti, non interamente banditi, come pur meriterebbero, della mitologia scientifica comparata. Questa, verbigrazia, legge attraverso le avventure di Achille o di un altro eroe le fisiche vicende del Sole, della Luna, del cielo (procedimento, che, direbbe Senofane, seguirebbero legittimamente il sole, la luna e il cielo, se dovessero scrivere mitologia comparata); io, attraverso le mitiche descrizioni di eventi attribuiti dalla mitologia a fenomeni naturali o a loro trasparenti trasformazioni, m’industrio di cercare il nucleo, sia pur remotissimo, di altrettante vicende storiche.

Né si limitano a ciò i rapporti fra le creature della storia e quelle del mito: bensí le une e le altre si sovrappongono, interferiscono, si mescolano, si amalgamano nei modi piú impreveduti e bizzarri, con ricorsi innumerabili. E di qui le infinite stranezze ed incoerenze della mitologia greca, intorno alle quali tanto, e tanto spesso invano, si sono esercitate le menti degli studiosi.

E non siamo ancora alla fine. Questo è il diagramma su cui corre fatalmente, presso ciascun popolo, la formazione della mitologia. Ma se si scende all’esame delle singole mitologie, le vediamo differire l’una dall’altra per innumerevoli