Pagina:Poesie (Carducci).djvu/172

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146 juvenilia

Congressi illustri e la fraterna clade
Miri ed aiuti, imperturbato, eguale?
75Ed or m’arridi in fronte, e su ’l letale
Ferro che a me volente il petto invade
Serenamente il vivo raggio posi.
Lusinghi tu de’ primi anni gli ascosi
Ricordi, e di gioir versi il desio
80In questo petto morituro mio?

Oh cari tempi ch’io te coruscante
Vedea su ’l mare; e fremea vasta l’onda
Riscintillando, e bianco ardeva il cielo!
Né aspetto d’uomo od opra umana avante
85Erami; ed io per entro la profonda
Luce correva a l’alta vista anelo:
Meco era l’error mio che un roseo velo
Induceva a le cose. Oh, chi l’ha tolto
A me? chi m’ha l’infausta vita appreso?
90Entro il mio sangue steso
Me in freddo orror per la mia man disciolto
Reduce, o sol, vedrai. Fumi in conspetto
Di lei ch’è al gener nostro empia madrigna
Il sangue giovenil: contaminando
95De’ miei parenti il viso, esso il nefando
Vivere attesti; e, lunge a la maligna
Forza ch’a le sue man del mondo ha stretto
Il fren, su l’ale de la morte eretto
Fugga lo spirto ove non piú si pate
100E di man di tiranni a libertate.