Pagina:Poesie (Carducci).djvu/556

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530 intermezzo

Tu, che tra Nasso ove Arïanna giacque
               In seno al bello iddio,
E Delo errante dove Febo nacque
               344Nume de’ greci e mio,

Archiloco vedesti a i giambi ardenti
               Sciôr fra i tuoi nembi il freno
E de’ tristi alcïoni in fra i lamenti
               348Ir l’elegia d’Eveno,

A me d’Italia Archiloco omai lasso
               Ed Eveno migliore
Dona, Paro gentil, tanto di sasso
               352Ch’io v’intombi il mio cuore.

Questo cuore che amor mai non richiese
               Se non forse a le idee
E che ferito tra le sue contese
               356Ora morir si dee,

Vo’ sotterrarlo, e mi fia dolce pena
               Ne l’opra affaticarmi:
O Paro, o Grecia, antichità serena,
               360Datemi i marmi e i carmi.