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CANTO PRIMO | 235 |
Percorrendo, facea dolce da lungi
365E periglioso ai naviganti invito;
Mentre pel buio della tarda notte
Lamentarsi e ruggir s’udían leoni
Disdegnosi di sbarre e di catene,
Urlar lupi, e grugnire ed adirarsi
370Nelle stalle cinghiali ed orsi orrendi,
Che fur uomini in prima, e della cruda
Incantatrice sventurati amanti.
Queste ed altre infinite eran le piante,
E l’erbe e i fiori, che godea l’attenta
375Di Feronia educar mano pudica;
Di tutti quanti i fiori ella il piú bello.
Ma sotto vago aspetto alma chiudendo
Superbetta, d’amor tutte parole
La ritrosa fanciulla ebbe in dispregio.
380Né la vinse il pregar di madri afflitte,
Che la chiedeano in nuora, e per la schiva
Vedean languire i giovinetti figli:
Né mai lusinghe la piegâr di quanti
Dei le latine ad abitar contrade
385Dai pelasghi confini1 eran venuti:
Ch’ella a tutti s’invola, e non si cura
Conoscere d’amor l’alma dolcezza2.
Ma di Giove non seppe un’amorosa
Frode fuggir. La vide; e da’ begli occhi
390Trafitto, il nume la sembianza assunse
D’un imberbe fanciullo3, e sí deluse
L’incauta ninfa e la si strinse al seno
Con divino imeneo. L’ombra d’un’elce
Del dio protesse il dolce furto, e lieta4
395Sotto i lor fianchi germogliò la terra
373-75. Queste ed altre infinite eran l’elette Piante e i fior che Feronia a sé nudriva,
378. d’amor tutte lusinghe
383-85. Né di quanti v’avea per quelle selve Piú riveriti e piú possenti dei Blandizie la piegar, profferte e doni:
387. Di Venere imparar l’alma dolcezza.
395. Intorno intorno germogliò la terra wq
- ↑ Dai pelasgi confini: Su la venuta dei Pelasgi in Italia o precisamente nel Lazio, cfr. Dionigi d'Alincarnasso Ant. Rom. II, 1.
- ↑ Ch'ella ecc.; Tass0 II, 11: «E de' vagheggiatori ella s'invola Alle lodi, agli sguardi, inculta e sola».
- ↑ D’un imberbe fanciullo: «Di qui la denominaziono di Ansuro: perocché vogliono che così fosse chiamato Giove da ἄνευ (sine) e ξυροῦ (novacula), cioè dal non aver
usato rasoio; il che può equivalere ad imberbe. Sotto questo nome egli era adorato in Terracina, come marito di Feronia. Cfr. Servio Ad Aen. VII, 799». Mg. - ↑ e
al V. 278, p. 19.