Pagina:Poesie di Giovanni Berchet.djvu/28

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Amici miei, è detto che l’amore induce taciturnità; bisogna per altro dire che metta anche talvolta una parlantina da rimbambiti. Così ora avvenne di me. Ma è colpa anche vostra, perchè non m’avete mai interrotto il discorso. Ed era pur vostro costume l’interrompermelo una volta ad ogni istante: questa corda non tocchiamola. L’illusione, che mi sono creata d’essere e parlare con voi mi riuscì tanto consolante, che averla tirata in lungo a bella posta, è astuzia perdonabilissima; e voi, ne son certo, me la perdonerete di buona voglia. Pervenuto al punto in cui m’è mestieri congedarla questa illusione, scioglierla, sperderla tutta, e far fine e dirvi addio, sento che nella parola addio v’è qualche cosa che non m’è dilettevole, e tutt’ad un tratto mi trovo essere divenuto taciturno davvero.

Addio, amici miei; la memoria di me non perisca nel cuor vostro.


L’affezionatissimo vostro
GIOVANNI BERCHET.



Piccadilly, 5 gennaio 1829.