Pagina:Poesie di Giovanni Berchet.djvu/70

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Consigliera de’ stolti è la tema.
     Stolto il veglio e chi udillo! — Fu questa
     98De le nostre sciagure l’estrema.

Noi vedemmo venir la tempesta;
     E dov’è che cercammo salute?
     101Nel covil della serpe! — Oh funesta

Cecità de le menti canute!
     Oh de’ giovani incauta fidanza!
     104Oh vigilie de’ forti perdute!

Più di libere genti la stanza
     Non è Parga. Un’estrania bandiera
     107È il segnal di sua nuova speranza.

La sua spada è una spada straniera;
     I non vinti suoi figli all’Inglese
     110Han commesso che Parga non pera.

De’ tementi Egli il gemito intese,
     E, signor delle vaste marine,
     113Come amico la destra ci stese.

Ecco Ei siede sul nostro confine:
     Ecco Ei giura nel nome di Cristo
     116Far secure le genti tapine. —

Ahi! qual fè ci è serbata dal tristo.
     A che laccio il mio popol fu côlto,
     119Sâl quest’uomo su cui mi contristo,

Questo forte che il senno ha sconvolto. —

               Ma l’ansie cessarono;
                    Più lene è il sopor:
                    La calma trasfondesi
                    124Dal ciglio nel cor.

               Oh Dio! non la turbino
                    Lugùbri pensier,
                    Crucciose memorie
                    128D’oltraggio stranier.