Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/123

Da Wikisource.

( 121 )

     Quai salutari spine a me le cose
          Pur rimanean, cui già m’aveano impresse
          225L’anime de’ parenti generose;
     
     E contento io non era nelle stesse
          Più inebbrïanti glorie che il mio orgoglio
          228E l’altrui vanità crëato avesse.
     
     Inestirpabil resta il buon germoglio
          A que’ dolci, infantili anni piantato,
          231In cui d’alta malizia il cuore è spoglio.
     
     Io m’avvolgea tra dubbi, e innamorato
          Pur mi sentìa secretamente ognora
          234Di quell’Iddio ne’ primi dì invocato.
     
     E quando il Sol gli oggetti ricolora,
          Ed ammirandol poscia al suo tramonto,
          237E nottetempo udendo batter l’ora,
     
     E in mille di que’ casi in cui più pronto
          Fassi a grave sentir l’intendimento,
          240Sì che in lui nasce d’alte idee confronto,
     
     Mi sovvenìa con dolce incantamento
          La carità del padre, e di colei
          243Dal cui seno ebbi vita ed alimento;