Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/60

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     320L’alma alle grazie di quel falso ingegno.
          Oh pe’ giovani cuori alta sventura
     Lo scontrarsi in sagaci empi, che fama
     Di lunghi studi grandeggiar fa al guardo
     324Dell’attonito volgo, e d’intelletti
     Che pur volgo non sono! Al rinnegato,
     Pur non amandol, mi parea di stima
     Ir debitor per l’inclite faville
     328Del possente suo spirto, e palesava
     Ei di mia reverenza e d’amistade
     Gentil, singolar brama; e questa brama
     Era al mio stolto orgoglio esca gradita.
          332Lunghe non fur tra noi le avvicendate
     Confidenze ed indagini, e m’invase
     Giusto corruccio, e da colui mi svelsi:
     Ma le illudenti sue dottrine, a guisa
     336Di succhiante invisibile vampiro,
     Stavan su me, riedean cacciate, e furmi
     A tutti i giovenili anni tormento.
  
                             ................
  
     Più vivo in me si raccendea l’amore
          Delle case di Dio, quando rividi,
          Bella Italia, il tuo sole animatore,
          342E m’accolsero i cari Insubri lidi,