Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/86

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     La maestà del rito, ed insegnargli
     A riportar la tenera manina
     148Sulla fronte e sul petto e sulle spalle,
     Balbettando la trina alma parola,
     Che de’ cattolici è gloria e salute!
          Poi tragittate le abbondanti schiere
     152Che annunciavan l’Altissimo, ecco un nembo
     Di timïàmi, e fra quel nembo pria
     Vago drappello d’angioli incensanti,
     E fiori per la sacra aura spargenti;
     156Indi — oh spavento! oh amore! — indi Colui
     Che la terra creò, che creò i cieli,
     Che l’uom creò, che all’uom s’unì, e divisa
     Dell’uom l’ambascia, il consolò e redense!
          160A cotal vista l’adorante folla
     Genuflessa cadeva, ed i singhiozzi
     Udii di molti che dicean: « Signore,
     » Pietà di me che te cotanto offesi,
     164Ed ammenda desìo! »
                                                    — Stava fra i mille
     Colà prostrato un giovane infelice,
     Ch’empio non era stato, e sempre in core
     D’amor favilla avea per Dio nodrita,
     168Ma pur sovente dal demòn superbo
     Delle dubbiezze invaso avea lo spirto.