Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/190

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1445Era quel di Roberto e delle tante
Suscitate degl’Itali speranze,
Ch’indi la morte di quel re disperse.
     Tai brillanti menzogne avriano forse
Illuso ancor le Saluzzesi valli,
1450Se a governar l’esercito severa
D’un retto capitan si fosse stesa
La destra allor, frenando de’ guerrieri
L’esecranda licenza. Al siniscalco
Tanta giustizia non premea; invocata
1455Venìa talor, ma indarno da Manfredo
Ambo imperar voleano, e il Provenzale
Non consentìa che un suo guerrier giammai,
Per quante iniquità sui vinti oprasse,
Colpevol fosse detto e avesse pena.
     1460Del supremo stranier la tracotanza,
E quindi le ribalde opre di mille
Armati suoi sovra l’inulta plebe
Qui riprodusser quel furor, che visto
S’era in Sicilia poco innanzi, quando
1465Per l’isola scoppiàr vespri di sangue.
Se non che men secreti i Saluzzesi
Scorger lasciaro improvvidi le trame,
E più avveduti e unanimi vegliaro
Gl’investiti oppressori alla difesa.