Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/267

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Di libertà e di riso e di saggezza,
S’odon sommessamente acerbe storie
330Di tribunal secreto e di profonde
Fosse per vivi seppelliti, a piedi
Della reggia de’ dogi; e su tal reggia
Mentovavansi bolge arse dal sole
Sotto infocati piombi, e là espïati
335Venìan da illustri vittime delitti
Che il volgo mal sapea, che il volgo in dubbio
Osava por. Malediche, oltrespinte
Eran tai voci del terrore, e niuno
Forse dalla repubblica iva tolto
340Dal dolce liber’ aer, se d’esecrandi
Fatti non reo. Ma all’alma di Roccello
Que’ vivi seppelliti e quelle bolge
Che son corona a tal palagio, un sogno
Angoscioso divennero. Imprudenti
345Quesiti usò su quelle storie, ed ecco
Farglisi incontro, un dì, cortese fante
De’ vigili patrizi imperadori,
Il qual l’avverte pronta esser la nave,
E l’affretta a salirvi, e gli pronuncia,
350Sotto pena di scure, eterno bando.
     Non è a ridirsi il sogghignare amaro
Del fremente Gilner. Giunti alla riva,