Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/78

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     875Prostrasi ancora innanzi al sacerdote
     Il giusto cavalier; quindi si prostra
     Anzi alla madre, ed ella il benedice,
     E si dividon sorridendo, e in cielo
     Rïabbracciarsi in breve speran.
                                                                      Move
     880Per le vie tra i carnefici, agguagliato
     Al più vil masnadiero, e contro a lui
     Insane urla di scherno alzan leturbe.
          Di quegl’ inverecondi ultimi segni
     Dell’odio altrui stupìa, ma per le turbe
     885Egli pregava. Ed arrivato al palco,
     Con fermo passo ascese, e parlar volle;
     Ma sue parole non s’udìr, sì orrendi
     Vituperi sonavano. Ed allora
     Accennò egli medesmo al percussore,
     890E siedè sullo scanno, e tosto il collo
     Mise sul ceppo — e la mannaia cadde!
          L’angiol della calunnia, abbenchè indurre
     Non avesse potuto alla bestemmia
     Il retto cavaliero, e or si rodesse
     895Invido i pugni, l’alta anima a Dio
     Salir veggendo — audacemente « Ho vinto! »
     Volea sclamar. Ma pria che la menzogna
     Intera uscisse dell’infame petto,