Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/301

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25ei che vegliando, al lume

di veritá funesta,

vedea di rio costume

orribile tempesta

desolar quasi interi 30i vacillanti imperi,

ed avarizia e orgoglio, per cui fra ceppi langue giustizia a pie del soglio, spigner tra il fuoco e il sangue 35de’ sudditi la greggia

dalla temuta reggia .

Tal me condanna e all’alma fatai predice il pondo dell’impigrita salma, 40tal che a niun secondo

è in sorger con l’aurora, e pur non visse un’ora.

Ma che? Su l’altro lato io allor mi volgo, e beo 45novo vigor col fiato;

o a me del buon Morfeo l’ozio fecondo inspira modi non usi in lira.

Chi, se non trista gente, 50cui nega ogni riposo

col suo latrar frequente il rimorso ulceroso, chi fia te sprezzi, o letto, util dell’uom diletto? </poem>