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186 anton giulio brignole sale


uomo sí ambizioso dunque, quale fu Germanico, può alcuno farsi a creder ch’egli s’appagasse della sua coscienza, può anche credere, che il fumo si contenti starsi sotto il focolaio senza ascender fuori del camino, benché sia aperto.

Ma vediam, se forse possa esser piú vero, che Germanico di sé tacesse metu invidiae, ch’è motivo pur da Tacito apportato. Metu invidiae? di chi? di Tiberio. E perché? perch’ei sapeva, che Tiberio odiava, benché s’infingesse, di veder il nome di Germanico cerchiato di bella gloria. Sí? dunque col supprimer cotal nome esso Germanico mostrava di aver penetrato cotale odio, per quanto il tiranno si studiasse di soppozzarlo. Dunque cotal mezzo non era acqua, ma bitume e zolfo per cotale odio. Perciocché qual piú aborrita offesa si può far a principe, che render vuote le opere piú lambiccate e piú studiate del suo cervello? E quali piú studiate, quanto le arti del non esser conosciuto, e dar di sé sempre ad intendere quel che non è? Chi pretende giunger al suo cuore vuole ascender con Prometeo ad involar il fuoco in cielo, acciocché in terra poi le viscere gli siano tolte, o lacerate dagli avvoltoi; vuol entrar senza licenza dove sta Assuero, e per uscir di vita con tale entrata.

Rassomigliasi la regia mente a quella moglie di Candaule, che stimò degno di morte, perché nuda egli l’avea mostrata, il marito stesso. Non può farsi maggior ingiuria a chi va in maschera, quanto scoprirlo. I prencipi han diletto di andar sempre mascherati collo aver mai sempre seco le doppiezze, e sembra ad essi, che i popoli tibii con ragione portino nell’un degli occhi la figura di un cavallo, simbolo di impero, mentre che nell’altro hanno la pupilla doppia. Né si creda alcuno, che quella lor porpora dimostri il zelo ardente di felicitare i loro popoli, poiché gli etiopi dissero agli ambasciatori di Cambise, ch’ella, col nasconder il candor nativo della lana, è simbolo di falsitade. Onde, quando questi iddii terreni, cinti del real vermiglio, tutti affabili nella sembianza, verran forse da’ lor lusinghieri assomigliati ad una rosa, sí perch’ella è regio fiore, sí perché par tutto riso e vezzo e mansuetudine e piacevolezza: