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della ragion di stato - i 49


che si osservano molte azioni di Tiberio non indrizzate alla conservazione dello stato, ma solo ad isfogare la libidine, l’avarizia e la crudeltá: anzi bene spesso sono state in tutto contrarie ad ogni ragion di stato; come fu quella che, per poter meglio attendere a tante azioni di libidine, fece con Seiano, dando a costui tutta quasi l’autoritá imperiale, con la quale poco mancò che non perdesse l’imperio; e molte altre, che non è luogo questo né tempo di raccontarle.

Altri veggo potermi dire esser almeno soverchia questa mia fatica, per esservi trattati intieri della ragion di stato del Boteri e del Palazzo e del dottissimo mio signor Federico Bonaventura. Ma chi diligentemente leggerá il primo, vedrá solo il titolo esser della ragion di stato, e la prima pagina; tutto il resto non contenere se non pochissime cose a quella appartenenti. Anzi nella prefazione professa in quei dieci libri voler dimostrare le vere e reali maniere, che deve tenere un prencipe per divenir grande, e per governar felicemente i suoi popoli. Questa non è la ragion di stato né universale, né particolare di un prencipe: perché la prima contiene il modo di conservar qual si voglia specie di republica cosí buona come rea; anzi né anco è commune a tutte e tre le buone, restringendosi a quella di un sol principe, non al governo degli ottimati, né a quelli della republica. Ma se dice di trattar della ragion di stato di un prencipe, per certo potrò dire eccedere quello, che si ha proposto nel titolo: perché tra le vere maniere, che deve tener il prencipe per conservare felicemente i suoi stati e ben governare i suoi popoli, vi è la prudenza legislatrice, che poco ha che fare con la ragion di stato; anzi che in molte cose gli ripugna alcuna volta ancor nelle buone republiche, e spesso nelle ree. La prudenza ancora consultativa bellica tanto è lontana dalla ragion di stato, che per lo piú con quella non ha che fare: e tuttavia è molto necessaria al prencipe per conservar il suo stato. Chi vede in oltre tutto quel libro, e le cose che tratta ivi, facilmente conoscerá pochissime delle cose ivi trattate appartenere alla ragion di stato. Chi considera poi tutto

quello, che scrive il signor Gio. Antonio Palazzo nel suo libro

Politici e moralisti del Seicento. 4