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bene lo sanno; e sono bene diecimila talvolta, e piú e meno. Sicchè per quel piano non campa loro nè uomo nè bestia: gli vecchi uccidono, gli giovani menano a vendere per ischiavi. Lo loro re ha nome Nogodar, e sono gente rea e malvagia e crudele.1 E si vi dico che messer Marco vi fu quasí che preso in quella iscuritade, ma scampò ad uno castello e’ ha nome Canosalmi (Conosalmi), e di suoi compagni vi furono presi assai, e venduti e morti.

  1. Pad. Ricc. Questo Nogodar andò alla corte de Ciagati(-tai) ch’era fradel carnal del gran Caan. E andò ben con diexemilia omeni de soa zente, e stete uno tempo in sua corte, perchè quello era tropo grande segnore et era so barba. E quando elio fo stato in corte de Ciagatai uno tempo, che se n’andò con grande zente de quello re, lo quale era andato in Armenia mazore; e quelli chi andono con lui era crudelisimi e felloni. E andò in Armenia mazior; e passò questo Nogodar con quella mala zente per Baldasia(Badascian) e per on’altra provinzia che a nome Fasciai (Fasciai Dir) e per (un’altra) che è apellata Arion (Ariora) Chesciemur. Egli perse molto de soa zente e de suo’ bestie, perchè le vie erano strete e malvaxie. Quando che ave prese tute queste provinzie, el intrò in India, in confine d’una provinzia ch’è apellata Dilvar (Dalivar), e prese una bona cita che a nome Dalivar, e demora in quella zita. E per lo regname ch’el tolse a uno re chi avea nome Asidi (Asedin) Soldan, lo quale era molto rico, è in sí forte contrá ch’el non a pagura de neguno, ni lu ni soa zente. E fa guera a tuti gli altri tartari che abitano di torno lui. Or ve ò contado de quel piano e de quella zente che fa vegnir la oscuritá per robar.