che nelle nostre parti chiamano Og, e Mago» 2i5’, ma quelli, che
ivi abitano, lo chiamano Uug, e MonguL 268, in ciascuno de’
quali è una generazione di gente. In Ung sono Gog, e in Mogul sono Tartari. E cavalcandosi per questa provincia sette giornate, andando per Levante verso il Catajo si truovano molte
città e castella, nelle quali ie genti adorano gl’idoli, e alcune
osservano la legge di Macometto, e altri sono cristiani Nestorini. Vivono di mercanzie e arti, perchè si fanno panni d’oro
nasiti fin, e nach 269, e panni di seta di diverse sorti e colori.
267. Og e Magog, che gli Arabi e i Persiani scrivono Jagiuge e Magiuge,
sono popoli secondo gli Orientali, che abitano le terre più settentrionali dell’Asia.
Magog come ognun sa era uno dei figli di Jafet, che secondo la tradizione, andò
ad abtiare le terre settentrionali (Herbelot Jagiuge et Magiuge). Come accenna
il Bocearlo (Phalg. L. III. c. XIII.), S. Ambrogio per Magog interpretó il padre
dei Goti; Eusebio quello de’ Celti e d e Calati-, l’autore della Cronica Alessandrina degli Aquilani. Dai Caldei fu creduto padre dei Germani: dagli Arabi
dei Tartari: da GiosefTo, da Eustasio, da S. Girolamo, da Teodoreto degli Sciti,
Vedesi generalmente tal denominazione scritturale data alle Genti Settentrionali.
Il Polo segui la costumanza dei Maomettani, di appellare in tal guisa i popoli
Settentrionali che erano a confine della Gran Turchia e della Cina, perchè nel
Secolo XIII. cosi furono appellati e i Tartari, e i Mugolìi. Ebn Auckal dice che
Ira Jagiuge, Maijuge e 1 Oceano Settentrionale sonovi desolate contrade a lui
incognite (p. 8). L’Eldrisi ne fa menzione nel quinto clima, e sembra che
per Magog intenda quelle genti di breve statura, che abitano l’estrema parte
dell’Asia (Liber Relat. p. 249). Abulfeda dopo aver parlato del ¡Vlare Orientale soggiunge: t inde flectitur in Orientali Sinaruin, versus Septentrionem, super
1» Orientalem regionem Sinensium, donec eas transeat, et ex apposito respiciat ag’ gerem Jajug, et Magiug i> (Geog. p. 140). Intorno alle pretese fortificazioni
fatte da Alessandro Magno per contenerli, leggasi l’Herbelot al luogo citato. I
Gog che si dice essere stati da lui contenuti, erano i popoli che abitavano di là dal
Caucaso, fra il mare Nero, e il Caspio, e le fortificazioni di lui quelle di Derbend.
Ma trasportati dall’immaginazione quei popoli più verso Oriente, anche quelle fortificazioni furono ai confinr di essi dall’immaginazione trasportate.
268. L’ng, e MonguL. Nel testo ottimo Nug, c Mugoli (t. I. p. 57). Il
Marsden reputa a ragione di difficile interpretazione questo luogo del Milione. Si
discerne tuttavia che per Ung intese quella nazione potente che ebbe nome di
Tartara, che si uni ai Mogolli ai tempi di Gengiscan. Sappiamo dalla Storia
Ceneraio della Cina che anticamente i Tartari Niutchc, fra gli altri nomi portaron quelli di U - ki e di Mo - ho (t. Vili. p. 16), e pare che a questi due
nomi voglia alludere il Polo, che forse in favella Mogolla pronunciavansi
I ng e Mongul, che per una certa analogia di suono furono creduti i popoli
settentrionali detti dagli Orientali Og o Gog, e Magog. Ma ciò si adduce come una debolissima congettura.
afa). ISach. Qui và letto Nocchi che erano drappi intessuli d’Oro d’una
quab he gravc¿/.a (V. t. I. p. ÍÍ7 n. 6).