vuol dire stagno bianco, nella quale è un palazzo del Gran Can,
nel quale vi suol abitare molto volentieri, perchè vi sono intorno
laghi e riviere, dove abitano molti cigni; e in molte pianure
grue, fagiani, pernici, e uccelli d altra sorie in gran quantità. Il Gran Can piglia grandissimo piacere andando ad uccellare con girfalchi, e falconi e prendendo uccelli infiniti. Vi sono
cinque sorti di grue. La prima sono tutte nere come corvi, con
1 ale grandi. La seconda ha l’ali maggiori dell’altre, bianche
e belle, e le penne dell ali son piene d occhi rotondi, come
quelli de pavoni, ma gli occhi sono di color d’oro molto risplendenti, il capo rosso e nero molto ben fatto, il collo nero e bianco,
e sono bellissime da vedere. La terza sorte sono grue della statura delle nostre d’Italia. La quarta sono grue piccole, che hanno le
penne rosse e azzurre divisate molto belle. La quinta sorte sono
grue grige col capo rosso e nero, e sono grandi 2?2. Presso a
questa città è una valle nella quale è grandissima abbondanza di
pernici e quaglie, e per il nutrimento delle quali sempre il
Gran Can fa seminar l’estate sopra quelle coste miglio, e panico, e altre semenze che tali uccelli appetiscono, comandando,
che niente si raccolga, acciò abbondevolmente si possano nudrire, e vi stanno molti uomini per custodia di questi uccelli, acciò non siano presi; e eziandio li buttano il miglio al tempo del
\crno, e sono tanto assuefatti al pasto che se li getta per terra,
che subito che 1 uomo sibila, ovunque si stano, vengono a quello.
E ha fatto lare il Gran Can molte casette, dove stanno la notte,
e quando vien a questa contrada ha di questi uccelli abbondantemente, e 1 inverno quando sono ben grassi (perchè ivi per
il gran freddo non sta a quel tempo), ovunque egli si sia, se ne
fa j>ortare carichi i cammeli. Ma ci partiremo di qui, e anderemo tre giornate verso Iramontana, e Greco.
risiedeva Cublai-Can. Eeggesi nella Storia Generale della China » L’Empereur
♦ apprit cette nouvelle (la morte violenta «tel suo Ministro Ahama) a Tchahannor
en Tartarie » (t. IX. p. 413).
272. (Ved. t. I. p. 58 110t. a).