G A P. XI.
Della festa grande che si fa per tutto il dominio del Gran
Can, alli ventotto di Settembre, di è il giorno della sua
natività, e come egli veste ben ventimila uomini.
Tutti li Tartari, e quelli, che sono sudditi del Gran Can,
fanno festa il giorno della natività d’esso Signore 330, qual nacque
alli ventotto della Luna del mese di Settembre: e in quel giorno
si ia la maggior festa, che si faccia in tutto l’anno, eccettuando
il primo giorno del suo anno, nel qual si fa un’altra lesta, come di sotto si dirà. Nel giorno adunque della sua natività, ii
Gran Can si veste un nobil drappo d’oro, e ben circa ventimila baroni, e soldati si vestono d’un colore, e d’una mauiera simile a quella del Gran Can, non che siano drappi di tanto prezzo, ma sono d un medesimo color d’oro, e di seta; e insieme
con la veste a tutti vien data una cintura di camoscia lavorata a
fila d’oro e d’argento, molto sottilmente, e un paro di calze, e
ne sono alcune delle vesti, che hanno pietre preziose, e perle
per la valuta più che di mille bisanti d’oro come sono quelle
delli baroni, che per fedeltà sono prossimi al Signore, e si chiamano Quiecitan 331 e queste tali veste sono deputate solamente in
feste tredici solenni, le quali fanno i Tartari con gran solennità,
Rock furono convitati ad un banchetto ove a loro avviso erano imbandite non
meno di tremila tavole (Hist. Gcn. des Voy. t. VII. p. 585).
)~>o. ISatività del Signore. Continua <i solennizzarsi tuttora con grandissima pompa il giorno di nascita dell’Imperadore. Lord JVlacartney trovossi a
Ahr-I/ol il di, rii «letta festa. Osserva il redattore della relazione, che e per
politica, e per propria sodisfazione l’Imperadore aduna di tempo in tempo alla
sua corte i gran vassalli, i governatori delle provincie, i capitani degli eserciti, affinchè rinnuovino il giuramento di fedeltà e con gli oc« hi propri ammirino l«i splendore della grandezza Imperiale, che spicca principalmente pel
concorso dei granrii dell’Impero, e degli ambasciatori stranieri. I.’Imperadore
gratifica i primi, o con onori, o con ricompense. Alla festa cui assistè l’ambasciata inglese eranvi in arme ottantamila uomini c dodicimila mandarini
(A mhas. t. III. p. 3’3).
in. Quitcttan. Il Testo portava Quiecitari. Ma era occorso errore d’impressione, mentre si tratta di quegli stessi tdliziali di cui ahhiain discorso
disopra (,l0’-)• Nel lesto Riccardiano legg«\si infatti (Jucsitam.
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