di quelli, che vi passano. E ci fu detto, che il Gran C in, ne
cavava ogni giorno più di cento bisanti d’oro ^. E quando i
delti fiumi ^ si partono dalla città, si ragusano insieme, e fanno
un grandissimo fiume che vien detto Quian a25, quale scorre per
cento giornate fino al Mare Oceano, della cui qualità, si dirà disotto nel libro.
Appresso a questi fiumi e luoghi circostanti, sono molte
città e castella, e vi sono molti navilj per li quali si portano
alla città,e traggonsi molte mercanzie. Le genti di questa provincia sono idolatri. E partendosi dalla città si cavalca cinque giornate per pianure e valli, trovando molti casamenti, castelli, e
borghi. E gli uomini vivono deH’agricoltura, e anche d arti, perchè in queste citta si fanno tele sottilmente, e drappi di velo, e
vi si truovano similmente molti leoni, orsi e altre bestie salvatiche. E poichè s? è cavalcato cinque giornate, si truova una provincia desolata nominata Thebetn.
423. Disanti d oro (v. t. 1 p. 37 not. b).
424. E quando i detti fiumi. l’avvertita quantiti di fiumi che traversano
il territorio di Tchin-tu-fu si vede confermata da un semplice sguardo che si getti
culla carta particolare del Se - tchuen: essi vanno poi a ingrossare il Kiang.
Parla di questo fiume in altro luogo e non qui, perchè non lo passò nel recarsi
’ Larainn, ma al ritorno. Il Martini parla (l.c.) della gran quantità di ponti a più
archi che si traversano.
425. Quian detto ancora Yang-tse-Kiang, o fiume azzurro. Trae origine
a settentrione del li bel non lungi dal deserto di Cobi. Avverte il Malte Brun
(Geografi Lnivers. t. 111. tib. LXIH.) che solo per congettura l’Anville, e
l’Arrowsmith poterono determinare d luogo della sua sorgente. Traversa tutta
la Cina da ponente a levante, e separa le provincic settentrionali dalle meridionali
¿eli’ impero (Lctt. Edif. t. XVII. p. 2’5)