Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/299

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ricco, e potente, e mantiene la sua terra con molta giustizia. perche egli è onorato di molta sapienza, e integrità. E partendosi dal sopradetlo fiume si cammina verso Ponente per cinque giornate, e si truova tutt’abitato, e castelli assai. Vivono di bestie, e di frutti della terra. Quivi si truovano i migliori cavalli 454? che nascano in quelle parti. Hanno linguaggio da per se 455 ? il quale non si può facilmente comprendere. A capo di cinque giornate 456? si truova la città maestra, capo del regno, nominata Jaci 457 ? Come l’osservano i redattori della Storia Generale dei Viaggi, non Ieggesi detto nome fra i dieci figli di Cublai rammentati da Gaubil (1. c.). Congettura il Marsdcn (Not. 827), che Timur non fosse il figlio, ma il nipote e successore di Cublai, di cui abbiamo ragionato (Not. 5io). Ma può essere anco che fosse un figlio ignorato da Gaubil. Il Polo lo appella re della provincia secondo la consuetudine degli Orientali di cosi appellare i governatori di sangue reale. Di ce la Bssachere: » nos notions sur Ics titres Asiatiques et sur Ieur valeur ne sont plus èxactes. Le titre de roi 1l’indique qu’ un prince feudataire, ou r> ine me sujet d’un autre » (Elat actu. du Tunq. t. I. p. 17). 454’ Quivi si trovano i migliori cavalli. » Le pa ys (cioè il territorio di’ Yun-nan) » produit de très-bons chevaux, qui sont pour la plupart de basse taiile et petits, mais forts et hardis » (Mart. p. 193). 455. Linguaggio da per se. Secondo il Duhaldo, in Cina ogni provinciay città, grossa borgata ha particolar dialetto. Tanto più svariato dee esser questo da quello della capitale, essendo stata la provincia paese indipendente staccato dalla Cina per tanti secoli. Congettura saviamente il Marsden che la lingua dell’i un-nan da quel lato dee partecipare della favella della Cina e del Pegu. 456. A capo di cinque giornate. Fa d’uopo computarle dal punto ove dovè passare il Kiu-cha per recarsi a Jaci o Tùli-fu e valutarne la deviazione che dovè tare per contornare il lago Siul. 4^7. Jaci o Taltfu. Il Martini dietro la scorta degli scrittori Cinesi, dice di questo paese che innanzi di passare sotto la signoria dei Cinesi era abitato da alcune genti dette Quenni e che era un potentissimo regno. Un Imperadore della dinastia Jfan fabbricò la città di Talifu cui i Tang diedero nome di Yaocheur nome chf’ sincopato come suol farsi nel famigliare discorso diviene Yaciu e Taci, perchè il Polo seguendo la difficoltosa pronunzia dei Tartari, altrove da noi avvertita, permuta 1 w finale dell-’ voci in i. Nella decadenza dell’impero della Cina che precede l’invasione dei Mogolli, il paese tornò ad essere un regno indipendente «letto Nan-tchao, la cui potenza era tale che soggiogò temporariamente il Tunhino. Quelle genti furono dette dui Cinesi uno dei quattro flagelli dell’Impero j erano gli altri tre i ’Tibetani, gl’Eiguri, i Turchi (Lcttr. Edit. t. XVI. p. 2O0). Gl’Iven o i Mogolli che conquistarono questo paese ai tempi di Mangu - can, posero nome di J’alifu e Yaci (Mart. Atl. p uj4)• Questa importante città è popolosa e fabbricata in quadrato. Può vedersene la pianta nel Duhaldo (t.I.Tav.VII.). Secondo il detto scrittor e/Iali-fu è alla Lat. 25.° 44-’ 24-’ Long. 16.0 6.’40." Occid. da Pekino (T. IV- p. 485).