il quale vi sono molte città, e castella, le quali finite, si truova
la bella, e gran città di Cintigui 513, le cui genti adorano gì’idoli, e sono sotto il dominio del Gran Can. Vivono di mercanzie
e arti. Fanno drappi di scorze 5l4 d’alcune sorti d’alberi, che
sono molto belli, e gli vestono nel tempo dell’estate così uomini, come donne. Gli uomini sono valenti nell’armi. Non hanno
altra sorte di moneta, se non quella di carta della stampa del
Gran Can.
In questa provincia v’ è tanta quantità di leoni 5l5, che niun ardisce dormir la notte fuor della citta per timor de’ detti leoni j e quelli che navigano per il fiume non si metteriano a dor«pantunque sia il più importante per l’intelligenza della geografia di quest’
parte del Viaggio. Avvertimmo nelle note precedenti, che nostra opinione ella
è, che il Polo tornando indietro dalla città di Pegu risalisse 1 ’ Irrowaddr sino a
Barnu; che indi traversasse il paese montuoso allora abitalo du Lu-lo, o Pii loman, o Burnari, e che rientrasse nel Ihin-nan, seguendo una via più meridionale di quella ch’ ei fece nell’andare al Pegu; e ciò per dirigersi per la via più
breve al fiume che dice aver navigato per dodici giornale, a seconda della corrente, che non può essere altro fiume che il Kincha già da noi rammentato, n i
quale do\ è imbattersi nel punto il più meridionale del suo corso, donde bruscamente
piega la sua direzione a maestro. Si ravvisa dalla calta dell’Yun-nan che ciò
avviene nella vicinanza della città di Tu-hean-tcheu. Ei navigando qu< 1 fiume
si recò a (itingui che si riconosce essere la città detta oggidì Sui-tcheu in riva
al fiume predetto, e che appartiene alla provincia di Se-tchuen. Nell.: carta particolare di quel paese, misurata la distanza per acqua da Tu - hean a Sui tcheiiy è di circa 5oo miglia, che se si trattasse d’un viaggio terrestre ragguaglierebbe a venti giornate, ma agevolmente potè fare quel viaggio, a grado
della corrente in dodici navigazioni diverse, come usano 1 Cinesi che ogni notte
si fermano.
513. Citingui (T O.) SinugUl e più correttamente il Magliabechiano secondo Sungiuy che chiaramente i Sui-tcheu città famosa al confluente dei fiumi Kiang
e Mahou. Quando si volga uno sguardo sulla carta particolare del Se-tchuen,
si ravvisa ch’ ivi dove approdare per recarsi a Chin-tu-Ju, ove riprese la via latta
da lui all’andata. Secondo il P Mattini questa città è molto mercantile, e frequentata perchè ha il vantaggio di essere sui detti fiumi che confluiscono presso le
sue mura ad orients. è opulenta e popolosa, ornanla fabbriche non dispregievoli fra
le quali si ammirano tre templi dedicati agli eroi. Il paese è aspro e difficile,
ma tuttavia fertile e toltivato (Atl. p. 84)• Sui-tcheu Lat. 28.0 38.’ Long. Occid.
da Ptk. 11 0 42.’ (DuHddo).
514. Drappi di scorze. (V. t. I. p. 123 n.)
5.5. Leoni. Fu avvertito in altro luogo che non vi sono leoni nella Cina ì
ma che dee intendersi tigli, fiere che in molte Asiatiche faville hanno uno stesso nome.