Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/332

Da Wikisource.

295

sono anco certi Cristiani, che hanno una Chiesa, e sono sotto il dominio del Gran Can, e spendono le monete di carta. Vivono di mercanzie, e arti, e hanno seta in abbondanza, e fanno panni d’oro, e di seta, e veli sottilissimi. Ha questa citta molte citta, e castella sotto di se. Per quella passa un gran fiume, per il quale si porta gran mercanzie alla citta di Cambalù, perchè con molti alvei e fosse lo fanno scorrere fino alla detta citta. Ma al presente partiremo di qui, e per tre giornate procedendo tratteremo d’una citta detta Cianglù. CAP. L. Della città di Cianglù. Cianglù 520 è una gran città verso mezzodì, della provincia del Catajo, suddita al Gran Can, le cui genti adorano gl’idoli, e f tnno abbruciare i corpi morti. Spendono le monete di carta del Gran Can. In questa città, e distretto fanno grandissima quantità di sale 321 in questo modo. Hanno una sorte di terra salmastra, della quale ne fanno gran monli, e gettanli sopra dell’acqua, la quale ricevuta la salsedine, per virtù della terra, discorre di sotto, e raccoltila per condoni, e dopo la mettono in padelle spaziose e l«»iulte, non alte più di quattro dita, facendola bollire molto bene, e poichè eli ha bollito quanto li pare, congela in sale, ed <■ bello, e bianco, e si porta fuori in molti paesi, e quelle genti ne l’inno «rau guadagno, e il Gran Can ne riceve grande entrala, e utilità. Nascono in questa contrada persiche molto buone e saporite, di tanta grandezza, clic pesano due libbre 1 una alla sottile. Ilor lasciando questa citta diremo d un’altra detta Ciangli. rt?.n. Cianglù. Questa r!lt4, che secon-lo il Polo distante tre piornnlc dn Pazan/u, semina e»»« re quella «li Afoan-tchin, «he dipende da Pao-tcheu^ che anticamente «ppellavasi Yong lo (III’». iron. de la Chin. I. xu. p. 20.) Sm. Quatti uà di Sale. Fi» fd’alni tributi il Pet-che-li p’ga quello di 180,870. p’“’i di SaV. (limrun peso o S..I11111 è di \-)\. lihhic (M irt. All. p. V>.) ’»?■> Due lihhrc Cuna albi toltile. Velia patirà della mercHtwu di Franeesco lUldiMci Paletti è detto: ’ in Vmej’ia ni ha due ltM>rr, cioè libbra gronsa, e ’ liMir’ «ouilr: c |<> libbre cento grosse nono Iif>.re t^58 sottili. K libbre /,no sonili <vrio una iu carica a Vinegia 9 (L)< Ila decima v altre gtuve/.£i’ t. HI. p.)•