è uno de’ quattro fiumi del Paradiso: e poi un deserto di diciasette giornate, non trovando città, castello, ovvero altra fortezza, se non Tartari che vivono alla campagna in alcune tende, con
i loro bestiami. Passato il deserto giunsero ad una buona città
detta Bocara, 10 e la provincia similmente Bocara, nella regione
di Persia, la quale signoreggiava un Re chiamato Barach, 11 nel
qual luogo essi dimorarono tre anni, che non poterono ritornare
indietro, ne andare avanti, per la guerra grande, che era fra i
Tartari. Ili questo tempo un uomo dotato di molta sapienza,
frontiere del Turkestan e che si stende verso occidente fino al Phison ch’è il primo
dei quattro fiumi del Paradiso Terrestre (Cap. VII.). L ’ llidclekel fu credutoli Tigri;
gli Orientali appellatilo Dejleh (Ebn. Auk. p. 162.). Nè i Poli furono i soli ad appellar
Tigri un fiume diverso dal vero di cotal nome. Giosafa Barbaro in tempi assai posteriori dice che nelle vicinanze di Merdin passa il fiume Set, già detto Tigri, e in
ciò a ragione. (Barn. Nav. t. II. p. 101. D) Ma in altro luogo (ibid. p. 98. E) parlando
di Tèjlis capitale della Giorgia dice che dinanzi a quella città passa il Tigri prendendo il Kur per detto fiume, che a tutt’altra origine e direzione. Anche il signor
Marsden congettura che i Poli seguissero pei- recarsi a Boccara la rivà settentrionale
del Caspio (Introduz. p. III.). l’Inglese Jenkison che parti da Mosca nel i558. per
i coprire la via del Catajo s’imbarcò sul Volga e traversato il Caspio sbarcò a Margustave e di li passò a Urghenz indi a Boccara. Esso per recarsi da questa nella precedente città al suo ritorno v’ impiegò diciassette giorni (Hist. Gen. des Voy.
t. VII- p. 4oq.). E se i Poli passarono il Ghion ad una giornata da Urghenz v’ impiegarono anche essi pari numero di giorni. In Asia infatti di rado occorrono cambiamenti intorno alle direzioni e stazioni delle Carovane. Trovarono i Poli quelle
contrade desolate dai Tartari. Il terribile Gengis Can secondo gli Arabi Scrittori prese
Urghenz nel 1222. e vi passò a fil di spada centomila abitanti (Ilerbel. vox Gengis-Kan).
Il deserto di cui parla il Polo innanzi di giungere a Boccara è quello di Casna segnato
nella Carta di Macdonald Kinner, che dal Ghion distendesi quasi fino alla citta.
10. Boccara capitale della contrada detta dagli Arabi Mavveralnahar, che tanto
suona quanto ’J’ransoxiana degli Antichi perchè significa in Arabo paese di la dal
fiume, (Ebn. Auckal p. 256.) dagli Europei vien detto impropriamente Gran Bucharia.
Secondo Ebn - Auckal il territorio di Boccara è uno dei più ridenti dell’Asia, ed è
oggidì posseduto dai Tartari Usbechensi. In questa contrada mantennesi non poca
cultura nei secoli di mezzo sino all’epoca della conquista fattane dai Mogolli. Gengis-Kan prese la città che rimase incenerita nel 1220. (Herbel. vox Bokharah)•
11. Barach secondo Ilerbelot (vox Barak- kan) era figlio di Baissur, figlio di
Manucca figlio di Gengis-Ccui. Secondo Deguignes era figlio di Jasantu, figlio di Giagatai figlio di Mutugan, figlio di Zagataj, figlio di Genguis-Can. Esso si stabilì in
quella parte media dell’Asia che fu detto il paese di Zugatai perchè esso ne ebbe il
possedimento. Barrak fu ivi spedito da Cublai Can per discacciarne Caidu figlio di
Oklai Kan, cheei asi impadronitodi quel reame. Barrak fecesi Maomettano (Deguign.
t-iv.p. 5i..) Secondo Petit de la Croix mori nel 1260, ma avverte saviamente il Signor Marsden che è un errore (Travels of Polo p. 9.). In quest’anno recaronsi i Poli
alla sua torte come abbiamo in altro luogo avvertito.